Il modello che intendo presentare in questo articolo ci permette di capire come gestire, in modo sano e costruttivo, le emozioni, come ad esempio la paura. Le ricerche più recenti sul tema dell’emotività ci dicono che esistono dei circuiti innati che potremmo chiamare, semplificando al massimo, circuiti innati di sopravvivenza. Questi circuiti sono presenti non solo nell’uomo, ma anche negli animali. Ad esempio, se un ratto si rende conto che nelle sue vicinanze c’è un felino in cerca di una preda, allora si attiva in lui un meccanismo innato di sopravvivenza che lo blocca in una posizione di assoluta immobilità, che in gergo tecnico si chiama “freezing” (congelamento). Questa strategia di sopravvivenza è anche efficace, perché i felini sono attirati, quando cacciano le prede, dal movimento.

I circuiti innati di sopravvivenza sono dei meccanismi molto importanti e che consentono agli esseri viventi di difendersi dal continuo mutare dell’ambiente circostante. In sostanza essi individuano i potenziali pericoli facendoci adottare, in tempi rapidissimi, una strategia che ci mette al sicuro.

Questi meccanismi innati sebbene “prodotti” dal cervello, ovvero anche essendo il risultato di un processo cognitivo celebrale, non sono però coscienti.

Le emozioni dell’uomo, invece, sono qualcosa di assolutamente cosciente. È esperienza comune che quando siamo impauriti, felici, tristi o adirati ci rendiamo conto di quanto proviamo e siamo in grado di descrivere in modo più o meno accurato queste emozioni.

I circuiti innati di sopravvivenza non sono coscienti, perché vi è la necessità, in caso di pericolo, di una reazione sostanzialmente immediata e questo sarebbe impossibile se l’elaborazione cognitiva dovesse essere così complessa da divenire cosciente. I meccanismi di sopravvivenza sono estremamente semplici e di conseguenza molto più rapidi dei meccanismi coscienti. Altra caratteristica dei circuiti di sopravvivenza è che, una volta passato pericolo da essi individuato, cessano di “funzionare”, in modo quasi immediato e di essi, praticamente, non rimane traccia. Abbiamo tutti visto quei documentari naturalistici che registrano il “canonico” leone che nella savana africana caccia le “classiche” antilopi, che scappano velocemente quando il leone le insegue per sbranarle, ma che, allorquando il leone ne ha sbranate alcune ed è quindi sazio, anche se rimane nelle vicinanze delle antilopi, queste lo ignorano beatamente. I circuiti innati di sopravvivenza fanno in modo che vengano adottate le seguenti strategie di sopravvivenza:

  1. Fuga;
  2. Attacco;
  3. Congelamento.

Come già detto questi circuiti non sono le emozioni umane. Le emozioni umane sono qualcosa di cosciente e di estremamente più complesso. Tuttavia questi circuiti innescano la paura. Quando proviamo paura la parte razionale della nostra mente si attiva per cercare delle soluzioni ragionate che ci permettano di far cessare la paura stessa. Anche tutte le altre emozioni come la gioia, la tristezza e così via sono attivate da meccanismi cognitivi non coscienti, per scopi differenti dalla sopravvivenza, ad esempio per “promuovere” la continuità della specie.

Altra caratteristica importante di questi meccanismi innati di attivazione delle emozioni umane è che essi comunicano, all’interno del nostro corpo, tramite delle reazioni biochimiche, che comportano delle reazioni fisiologiche, come ad esempio nella paura, l’aumento della sudorazione. Queste reazioni fisiologiche possono essere avvertite e portate alla coscienza in modo che possiamo comprendere il meccanismo con cui si innescano le emozioni e quindi poterle gestire, invece che essere travolti dalle stesse. Tuttavia portare alla coscienza i circuiti di innesco delle emozioni umane, non è qualcosa di immediato, ma richiede un certo allenamento mentale. Vi sono delle tecniche che permettono di portare alla coscienza i meccanismi di attivazione delle emozioni e questo è il primo passo per ottenere quello che oggi è comunemente conosciuto come intelligenza emotiva. Queste tecniche saranno oggetto di altri articoli che pubblicherò su questo blog.